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Robiola: il formaggio amato dagli antichi romani

Robiola: il formaggio amato dagli antichi romani

Naturalis Historia, Plinio il Vecchio. Tranquilli, non è l’inizio di una lezione universitaria di letteratura latina, ma solo lo spunto che ci serve per introdurre il nuovo protagonista di Sapori e territori: la robiola.

Ma qual è il legame tra uno scrittore romano vissuto oltre duemila anni fa e uno dei formaggi piemontesi più buoni e più apprezzati?

La risposta la si trova proprio all’interno dell’unica opera che ci è rimasta del noto letterato latino, dove l’autore la nomina in quanto una delle peculiarità del Piemonte. La bontà di questo formaggio fresco è quindi un fattore garantito e reso autorevole da una tradizione ultra millenaria, alla quale Beppino Occelli non poteva certo rimanere indifferente.

Questo formaggio dalla crosta a guscio di noce edibile rientra infatti tra le eccellenze prodotte da Beppino, dal gusto delicato e con sentori di nocciola e frutta secca e realizzato esclusivamente con latte piemontese vaccino, a ribadire ulteriormente l’attaccamento alle tradizioni e alla grande qualità che offre il territorio dell’Alta Langa, per capirci quella al confine con la Liguria e di cui fanno parte realtà interessanti. Per citarne alcune, Murazzano, dalla quale si può vedere il mare durante le giornate più terse, MombarcaroCortemilia, famosa per i suoi noccioleti e Bossolasco, tutti borghi affascinanti nei quali il tempo pare essersi fermato.

Tornando alla nostra robiola, molto interessante è l’origine del suo nome, meno certa rispetto alla sua indubbia bontà. L’ipotesi più accreditata è quella dell’origine latina del nome, da “ruber”. Pare infatti che i romani chiamassero questo formaggio “rubeola”, termine utilizzato da Plinio stesso, proprio per ricordare la colorazione rossastra assunta dalla crosta delle forme più stagionate. Un’altra teoria vuole invece che il termine derivi da Robbio Lomellina, un paese nella provincia di Pavia le cui prime testimonianze di produzione di questo formaggio risalgono al 1500.

Il legame tra robiola e terra piemontese è quindi un’altra testimonianza concreta dell’attenzione e passione che Beppino Occelli mette nella creazione dei suoi formaggi, un mestiere che, proprio grazie alla perfetta armonia tra sapore e territorio, diventa arte