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Di che colore è il burro?
Di che colore è il burro? Sembrerebbe una domanda abbastanza banale, e la maggior parte di noi risponderebbe “bianco” o “giallino”. La differenza fra queste due risposte, però, ci fa capire che in realtà la questione è più complessa.
Da cosa deriva, quindi, il colore del burro?
Principalmente dall’alimentazione delle mucche che, nutrendosi di erba e fiori di prato (nel caso del burro Beppino Occelli degli incontaminati alpeggi fra Langhe e Alpi Marittime) ne “assorbono” anche i beta-caroteni.
I beta-caroteni sono pigmenti vegetali rossi, gialli e arancioni, che sono a loro volta i precursori della vitamina A, di cui avevamo già parlato nella scorsa news dedicata alle proprietà nutrizionali del burro.
Le mucche, dopo averli assunti, “conservano” i betacaroteni nei loro tessuti adiposi e nel fegato. Vengono quindi trasmessi al latte che verrà poi trasformato in un burro dal colore paglierino, come il nostro burro in primavera ed estate.
Un’alimentazione più incentrata sul fieno, che ha una concentrazione più bassa di betacaroteni, darà invece un burro più bianco, come quello che potrete trovare durante i mesi invernali. Anche il burro, quindi, è un prodotto stagionale e il suo colore ne evidenzia la genuinità.
Piccola curiosità: il burro è stato uno dei primi alimenti a essere “colorati” nella storia. Nel XIV secolo, ad esempio, gli allevatori francesi lo tingevano di giallo per renderlo uniforme e dare l’impressione che fosse più buono.
Esiste anche il “burro nero”, ma è semplicemente una preparazione gastronomica: è una salsa, molto usata soprattutto nella cucina anglosassone, che si ottiene cuocendo il burro a fuoco lento e aggiungendo poi succo di limone, capperi e aceto.
In ogni caso, il burro Occelli non solo è totalmente naturale ma, derivando dalla centrifugazione, è una crema di latte dolce, lavorata a mano.. Oggi come allora.